RASSEGNA STAMPA

La Repubblica - La requisitoria del pm Enrico Zucca

Genova, 4 luglio 2008

La requisitoria del pm Enrico Zucca: invochiamo ordine e legge per il rispetto delle persone e dei diritti
"Prudenti nelle indagini, ma ora chiediamo rigore"
"I protagonisti di questa vicenda hanno abbandonato la legalità e hanno usato la forza pura"

LA RICHIESTA di pena è attesa per venerdì prossimo, undici luglio. Ieri mattina i pm Francesco Cardona Albini ed Enrico Zucca hanno attaccato con la requisitoria, cui saranno dedicate complessivamente quattro udienze.
Zucca ha parlato per tre ore e mezza, concentrandosi sugli episodi che avrebbero determinato l´intervento alla Diaz della Polizia di Stato - l´aggressione ad una pattuglia in via Cesare Battisti da parte di un gruppo di giovani vestiti di nero - e la brutalità dell´intervento - una fantomatica sassaiola da parte di alcuni occupanti della scuola - , e chiudendo con il feroce pestaggio di un giornalista inglese, Mark Covell, ridotto in fin di vita da un gruppo di sconosciuti agenti che ancora oggi devono rispondere di tentato omicidio. Il pubblico ministero ha esordito citando un giudice inglese, Lord Denning, che anni fa negò una causa civile intentata contro alcuni poliziotti: «Il magistrato si giustificò sostenendo che se le accuse fossero risultate vere, avrebbe voluto dire che gli agenti avevano commesso violenze, avevano minacciato e testimoniato il falso. E questa - spiegò - sarebbe stata una verità troppo difficile da accettare, per la gente. Molto tempo dopo, però, ammise di aver commesso un errore». Zucca ha continuato confessando la difficoltà nell´impostare un processo in cui la vittima è comunque considerato un nemico dello Stato, in cui è possibile tollerare la "devianza" di un singolo ma non di tutta la polizia. «Noi riteniamo di aver usato prudenza nelle indagini, ma ora chiediamo alla giustizia rigore. Invochiamo ordine e legge per il rispetto delle persone e dei diritti». In questo dibattimento è stata affrontata solo la verità materiale, ha ricordato il pm, cercando un´impostazione razionalista: «E ricostruendo gli avvenimenti vedremo i loro protagonisti abbandonare la legge ed usare la forza pura».
Prima di raccontare un paio di aggressioni brutali fatte da alcuni agenti che stavano per entrare nella scuola, il pubblico ministero ha sottolineato il clima di omertà che in tutto il processo ha permeato le testimonianze dei poliziotti. Ed ha ricordato il misterioso uomo in divisa che ad un certo punto fermò il massacro di Covell, ma poi non trovò mai il coraggio di fare il proprio dovere: denunciare i colleghi autori del tentativo di omicidio.

(m. cal.)